Dalla Parrocchia di Santa Lucia in Roma

I fatti di cronaca accaduti in questi giorni (a Roma) in due vie del centro, in mezzo le abitazioni e i tanti uffici del territorio, hanno mostrato ancora una volta la povertà e il degrado che si consumano a discapito di povere anime usate e sfruttate senza considerare la loro dignità e la loro vita.

tre morti assurde, tre vite spezzate, quella di una mamma sud americana e quella di due donne cinesi, cadute nella maglia della tratta delle donne abusate. Non si può restare indifferenti difronte tanta miseria e degrado morale. Sono figlie, sorelle, nipoti, sono donne che hanno perso tutto, la loro dignità, la loro stessa vita. Non si può vivere così, passando da un cliente ad un altro, non si possono trascorrere giornate così, spuntando l’agenda dei tanti appuntamenti di chi le sfrutta abitualmente, magari nella pausa del lavoro, o raggiungendole per soddisfare i loro desideri o frustrazioni.

Chi sono i loro clienti? Non sono anche loro figli, fratelli, madri, padri? Non dovrebbero riuscire a pensare che la loro dignità e reputazione conta quanto quella dei loro oggetti di desiderio? E’ una catena che uccide e soffoca. Quando l’altro non è riconosciuto come fratello del quale prendersene cura, ma solo usato come un oggetto, si uccide la dignità e si offusca la bellezza di essere stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Questo orrore è accaduto nell’ultimo episodio di violenza e di sfruttamento, proprio nel territorio della Parrocchia di Santa Lucia nel quartiere Della Vittoria. La comunità parrocchiale non vuole rimanere indifferente, limitandosi solo ad accogliere la notizia, ma con il Vescovo di settore Mons. Baldo Reina, la rete antitratta dell’USMI, il presbiterio, le suore e tutti gli operatori pastorali della parrocchia, vuole ritrovarsi in una celebrazione di suffragio per le vittime, oggi, lunedì 28 Novembre ore 18.30, e a seguire, in una veglia di preghiera per tutte le donne vittime di violenze, abusate, sfruttate, date in mano come oggetti alla maglia oscura della tratta.

Non si può tacere, non si può dimenticare, non si può essere indifferenti… siamo custodi dei nostri fratelli e per questo vorremmo che la nostra voce salga a Dio come preghiera per loro, e si propaghi nel mondo perché le istituzioni e l’impegno civile di ognuno faccia corpo nel riuscire a mettere fine ad una piaga del nostro tempo, della nostra società. Mai più lo sfruttamento, mai più esperienze di morte così assurde.
La serata di oggi lunedì 28 novembre, vuole essere l’occasione per riuscire a dare voce a chi non l’ha. Non manchiamo!